La mia prima sVolta
La mia prima sVoltaNon cè un momento preciso in cui iniziò tutto.è una sensazione strana ma scavando nei ricordi ritrovo frammenti e indizi su come si è insinuata Martina dentro al corpo di un ragazzino.ricordo di me in piedi sulla sedia davanti all’acquaio col grembiule della mamma a lavare i piatti.perchè quello era il mio compito,per scelta mia tra l’altro.sparecchiavo la tavola e dopo infilavo il grembiule della mamma e mi mettevo all’opera e ricordo il piacere di fare lavoretti di casa.così meticoloso già all’epoca,caratteristica che stonava già molto con i maschi in famiglia. poi qualche anno dopo la prima sega.in compagnia di altri due amichetti, di cui uno più grande che ci annunciò con clamore di aver saputo da altri ragazzi di questa cosa fino a quel momento sconosciuta.ci rinchiudemmo nel bagno di casa sua e ci mostrò come dovevamo fare.la prima eiaculazione avvenne senza un vero e proprio godimento.osservammo tutti e tre come a turno quel liquido biancastro usciva più improvviso e denso della pipì.e da quel giorno il rituale si ripeteva in ogni pausa dai nostri giochi in campagna,nascondino, calcio, guardia e ladri.in particolare con l’altro ragazzetto della mia età ci trovavamo spesso in casa sua mentre i suoi erano a lavoro a sfogliare le prime riviste porno.di quinta mano e non so esattamente come iniziammo. ricordo vividamente che iniziavamo sempre mettendo nello stereo la canzone della lambada e ci tiravamo giù pantaloni e mutandine e ballavamo ognuno con le mani sul culetto dell’altro strusciando i nostri peni fino all’orgasmo baciandoci sul lcollo.iniziò,durò qualche güvenilir canlı bahis siteleri tempo e finì senza una spiegazione come la maggior parte delle cose che si fanno a quell’età.non credo però che fu quello l’esatto momento in cui Martina prese possesso di me anche se una certa tendenza faceva capolino in quel trambusto ormonale.credo che il momento fu qualche anno dopo.ricordo i primi approcci con le ragazzine che erano già diventate il nostro oggetto del desiderio.ma non il mio.o meglio non lo era per me come per gli altri.a me continuava a piacere sempre la compagnia dei ragazzi e la sensazione di essere più a mio agio senza ragazze nei dintorni.eravamo a casa di Marco quell’estate e sua mamma era in cucina facendo dei lavoretti mentre noi nella sua cameretta a giocare a quella che all’epoca era ancora la play station e basta.pantaloncini corti e maglietta.ricordo che quando ero con lui ci sedevamo sul divano a giocare con i joystic in mano e accavallavo sempre le gambe,cosa non comune tra i ragazzi della nostra età.ma io lo facevo e ricordo che mi piaceva l’immagine di me che avevo davanti.il pantaloncino che si raccoglieva tra le cosce e la natica che si scopriva leggermente.e ad ogni movimento cercavo di tirarmeli sempre più in vita, scoprendo fino al limite le gambe.iniziò così credo.perchè giorno dopo giorno non vedevo l’ora per andare a giocare da marco e cominciai a scegliere i pantaloncini più adatti.perchè se erano troppo lunghi il risultato non mi soddisfaceva.ricordo che quel giorno avevo dei vecchi pantaloncini gialli.corti,non li indossavo güvenilir illegal bahis siteleri da un paio d’anni credo.erano sotterrati in un cassetto della roba che non mettevo più perchè troppo piccola.li indossai e come ogni giorno mi recai impaziente da marco per fare il nostro rituale pomeridiano.ricordo che, se all’inizio lo facevo per me e per vedere come apparivo in quella posa, accavallare le gambe di fronte a marco cominciò ad essere il mio rituale di corteggiamento.lo feci senza rendermene conto all’inizio ma poi ricordo che non mi interessava più il giochino preso dal pensiero se lui mi notasse o meno in quel momento.e quando non lo faceva ancheggiavo più vistosamente oppure mi sporgevo alzando un pochino la coscia più scoperta.quel giorno con il pretesto della mia vittoria al giochino del calcio iniziai a prenderlo in giro e a dargli noia e ci azzuffammo un pò senza cattiveria ma come due cani che giocano tra di loro…ci afferravamo a vicenda per avere la meglio l’uno dell’altro.il contatto dei nostri corpi mi madava delle scosse elettriche che sentivo percorrere dalla testa ai piedi.volevo marco.volevo che mi stringesse a se.ricordo di averlo messo sotto chiedendogli di arrendersi più di una volta prime che lui dichiarasse la resa.e quando lo fece e lo mollai e mi stavo rimettendo seduto lui mi prese e mi girò nella posizione in cui era lui un attimo prima…questa volta era lui che mi chiedeva di arrendermi.e io nel cercare di divincolarmi sentii per la prima volta il suo pene poggiarsi tra le mie natiche strette negli shorts.rimanemmo tre güvenilir bahis şirketleri quattro secondi in quella posizione senza effettuare nessun movimento.in quegli infiniti attimi però l’unica cosa che si muoveva era il suo pene.me lo ricordo benissimo lo sentii ingrandire su di me.mi stringeva a pancia in giù contro il divano ed io dopo quegli attimi provai a divincolarmi.in realtà facevo però finta di divincolarmi perchè non spostavo il mio culetto di li.anzi mi muovevo quasi per sentire ancora meglio il pene di marco.e ricordo che lui aumentò la presa dicendo con un falso tono giocoso “non ti libererai se non chiedi scusa”.la sua presa aumentava ed entrambi stavamo facendo finta di fare la lotta e consapevoli di questo (oramai era chiaro) continuammo la nostra falsa lotta,io muovendo e roteando il bacino e lui premendo ancora di più il suo corpo sul mio…non passò molto che sentii una vampata enorme avvolgermi e un lungo fiotto caldo usci dal mio pene che strusciandosi sul divano si era masturbato in modo naturale…lo stesso avvenne per lui un attimo dopo.me ne accorsi dal calore che sentii sui pantaloncini…rimanemmo distesi un paio di secondi interminabili fino a quando sentimmo i passi di sua mamma arrivare per portarci la merenda.con uno s**tto fulmineo ci rimettemmo entrambi seduti e riprendemmo a giocare.mangiai la merenda senza rivolgere più la parola a marco e quando finii con una scusa corsi a casa.sentivo il bisogno di cambiarmi.in casa mi chiusi in bagno e mi sfilai i pantaloncini.un’alone bagnato era sia davanti che dietro e quando tirai giù le mutandine sul mio pene c’era ancora il liquido denso di quando ci masturbavamo.solo che questa volta provai veramente piacere.ecco quello fu il giorno in cui Martina prese possesso di me anche se ancora non sapevo che avrei chiamato così la mia parte femminile.quello successe qualche anno dopo ma questa è un altra storia.